FAQ Tecniche
1. COS’È IL PARQUET TRADIZIONALE?
Il parquet tradizionale è formato da elementi di legno massiccio. Gli elementi che compongono il parquet tradizionale devono avere i quattro bordi piani perpendicolari alla faccia con una inclinazione massima compresa tra 0° e 3°.
2. COS’È IL PREFINITO MULTISTRATO?
Con la denominazione prefinito multistrato si indica generalmente una serie di elementi in legno costituiti da più strati, lavorati sui fianchi con incastro a maschio e femmina e preventivamente calibrati, levigati e verniciati prima della loro posa in opera. Altamente innovativo, il pavimento in legno prefinito è costituito da uno strato superiore calpestabile, con uno spessore importante di legno pregiato, e da un supporto al quale è delegato il compito di mantenere il pavimento indeformabile, contrastando efficacemente la naturale tendenza al movimento e garantendo proprietà di resistenza e robustezza estremamente elevate. L’assoluta qualità della lavorazione e la specifica finitura superficiale, che prevede una stesura industriale della vernice, oltre a permettere una velocissima installazione, garantiscono al prodotto durezza, solidità nel tempo e una totale idrorepellenza ai liquidi. Non ultimi, il grande valore estetico e l’effetto estremamente naturale del parquet prefinito che lo rendono un pavimento di vero prestigio.
3. CHE DIFFERENZA C’È’ TRA PARQUET TRADIZIONALE E PREFINITO?
Per “parquet monostrato” o “tradizionale” si intende un pavimento realizzato con elementi costituiti da un unico strato dello stessa specie legnosa. Il “parquet stratificato” o “prefinito” è invece la pavimentazione costituita da elementi multistrato, ossia composti da due o più strati di legno diverso, di cui quello di calpestio o nobile realizzato in legno massiccio. Per parlare di “parquet”, lo strato nobile del pavimento deve avere uno spessore non inferiore a 2,5 millimetri.
4. FORMATI E DIMENSIONI PARQUET TRADIZIONALI
I formati di parquet tradizionale comprendono le seguenti varianti:
- Lamparquet: Spessore da 8 a 10 mm | Larghezza da 45 a 60 mm | Lunghezza da 250 a 300 mm
- Listoncino MF: Spessore da 14 a 15 mm | Larghezza da 75 a 90 mm | Lunghezza da 500 a 900 mm
- Listone MF: Spessore 22 mm | Larghezza da 80 a 100 mm | Lunghezza da 600 a 120 0mm
- Maxilistone: Spessore 24 mm | Larghezza da 100 a 140 mm | Lunghezza da 800 a 2000 mm
5. CHE DIFFERENZA C’È’ TRA PARQUET TRADIZIONALE E PREFINITO?
In relazione alla controbilanciatura Berti ha scelto di rendere più stabile il pavimento prefinito applicando allo strato superficiale del legno nobile un supporto di betulla a più strati incrociati. La scelta della betulla viene compiuta a ragione del fatto che si tratta di un materiale più pregiato rispetto alla media. Tale caratteristica costruttiva garantisce massima stabilità, assenza di fessurazioni e totale resistenza del parquet alla torsione.
6. DUREZZA E STABILITÀ DIMENSIONALI
La durezza del legno indica la resistenza alla penetrazione del carico di elemento posto su una faccia dell’elemento (detto provino). Viene determinata seguendo i procedimenti e le indicazioni imposte dalla norma UNI EN 1534 – Determinazione della resistenza alla penetrazione (Brinnell). La durezza Brinell viene determinata dall’entità dell’impronta del carico rilevata nel legno. Minore è l’entità dell’impronta, maggiore è la durezza del legno e, quindi, tanto più resistente e durevole è il pavimento. E’ importante considerare che il legno è un materiale vivo e la sua struttura, modellata dalla natura nel corso degli anni, non è uniforme: per questo motivo la prova Brinell viene eseguita diverse volte su ogni essenza di legno. La stabilità dimensionale invece sta ad indicare i cambiamenti di volume del legno al variare di umidità e temperatura ambientali. La stabilità dimensionale si calcola applicando il metodo di prova stabilito dalla norma UNI EN 1910 – Determinazione della stabilità dimensionale.
7. COS’È LA GEOMETRIA DI POSA?
La geometria di posa è il disegno che nasce dall’accostamento dei singoli elementi che compongono una pavimentazione in legno. L’aspetto finale del parquet dipende da diversi fattori: dimensioni dei moduli di legno, scelta di mosaici geometrici o non geometrici, l’inventiva di accostamento. La norma di riferimento in cui sono indicate le principali e più diffuse geometrie di posa è la norma UNI EN 13756 – Pavimentazioni di legno – Terminologia.
POSA A CASSERO REGOLARE E IRREGOLARE O A TOLDA DI NAVE O A CORRERE
Nella posa a cassero regolare gli elementi, di uguale dimensione, sono disposti in modo tale che le giunzioni di testa avvengano nella stessa mezzeria o comunque in posizione costante rispetto a ciascun listone costituente la fila precedente. Il parquet risulta così posato con una geometria regolare e simmetrica.
Nella posa a cassero regolare, conosciuta anche come posa a tolda di nave o posa a correre le liste di legno che compongono il parquet hanno la stessa larghezza, ma lunghezza casuale. L’effetto risultante è una pavimentazione dall’aspetto asimmetrico e originale.
FASCIA A BINDELLO
Con posa del parquet a fascia e bindello si intende la finitura della zona perimetrale del pavimento in legno. È formata da elementi di legno con geometria di posa diversa (fascia) rispetto a quella predominante (tappeto centrale) e da altri elementi posti come raccordo (bindello) fra differenti geometrie di posa. In questo tipo di montaggio o posatura del parquet per evidenziare la fascia e il bindello si possono utilizzare essenze con colorazioni diverse.
POSA A SPINA PESCE
Gli elementi che compongono la posa a spina di pesce sono caratterizzati da forma rettangolare e uguali dimensioni, sono posati a 45 gradi rispetto alle pareti. Il parquet richiama figurativamente la spina del pesce da cui prende il nome tale geometria di posa.
SPINA UNGHERESE
Nella posa a spina ungherese la caratteristica è che ogni singolo elemento ha i due lati corti tagliati con inclinazione a 45 gradi o 60 gradi rispetto ai lati lunghi. Le modalità di posa sono le stesse applicate per la posa a spina di pesce. Anche in questo caso si possono scegliere delle essenze diverse per evidenziare le due aree del parquet.
8. LA FINITURA
La finitura è il trattamento delle superfici di un semilavorato con vernice o impregnante. Impiegata per proteggere, personalizzare il colore o valorizzare le caratteristiche decorative della specie legnosa scelta, indica anche le operazioni di calibratura e levigatura che precedono i suddetti trattamenti. I prodotti Berti sono verniciati ad acqua e rispettano l’ambiente: possono vantare il 95% in meno di emissioni nocive in confronto ad una normale vernice a solvente e allo stesso tempo permettono di mantenere una eccellente standard qualitativo professionale.
IL TRATTAMENTO A CERA: Le cere per pavimenti di legno sono composte da cere sintetiche e naturali, il più delle volte sciolte in miscele di solventi o disperse in acqua. Fornite sotto forma di paste più o meno viscose o in dispersioni fluide, sono trasparenti o leggermente colorate per regalare particolari sfumature o tonalità al legno trattato. Caratteristica principale del trattamento a cera è quella di non creare un film uniforme sulla superficie del legno rispettando l’aspetto naturale. La protezione di questo trattamento è limitata, per questo va ripetuta nel tempo.
IL TRATTAMENTO A OLIO. Gli oli impiegati per il trattamento dei pavimenti in legno sono costituiti da miscele di oli siccativi naturali, mixati con cere e resine di varia natura. Solitamente sciolti in solventi organici, possono essere dispersi in acqua. Il loro indurimento avviene sia per evaporazione dei solventi che per reazione chimica all’ossigeno atmosferico, generalmente accelerata con l’utilizzo di opportuni additivi a base di sali metallici. Il trattamento a olio non forma un film superficiale, ma produce una sorta di impregnazione del legno, rispettando e valorizzando l’aspetto naturale.
9. CHE VALORE DEVE AVERE L’UMIDITÀ’ DEL PARQUET AL MOMENTO DELLA CONSEGNA DEL MATERIALE?
L’umidità del parquet al momento della consegna è una caratteristica molto importante, per la quale vengono stabiliti dei limiti di accettazione a livello normativo. La legge prevede un livello di umidità che sia compresa nell’intervallo del 7% e 11%. In Berti la produzione della parte in legno nobile del prefinito attraverso le fasi di essicazione porta alla produzione di liste con una percentuale di umidità tra 6/8%. Lo strato intermedio di supporto ha invece una umidità che si attesta nell’intervallo del 10/12%. Quando si va a pressare il prefinito per ottenere il prodotto venduto ai nostri clienti c’è un processo di stabilizzazione, che porta ad una variazione delle percentuali di umidità che si compensano e stabilizzano fino a raggiungere la soglia del 10%. La percentuale di umidità del 10% non viene mai superata dai prodotti Berti. Tutto ciò garantisce un prodotto di ottima qualità.
10. L’UMIDITÀ E LE REAZIONI DEL LEGNO
Il legno ha caratteristiche dimensionali che dipendono dal suo stato igrometrico, cioè dal suo contenuto di umidità, il quale a sua volta dipende dalle condizioni ambientali nelle quali è conservato. È dimostrato, infatti, che temperature oltre i 22 gradi e un’umidità ambientale inferiore al 45% possono determinare antiestetiche deformazioni del legno che, nei casi più gravi, causano addirittura il distacco di alcune parti. Le condizioni ottimali per un perfetto mantenimento delle proprietà del parquet sono una temperatura compresa tra i 18 e i 21 gradi e un’umidità percentuale dell’aria compresa tra il 45% e il 60%: tale intervallo idrometrico ambientale, oltre ad essere di beneficio per la bellezza e la stabilità del pavimento in legno, regala comfort e benessere fisico a coloro che vivono all’interno della casa.
11. SOTTOFONDO IDONEO E CONDIZIONI PER LA POSA
Il parquet può essere posato su massetto cementizio, su pannelli con base di legno, su pavimenti preesistenti o su magatelli. Il massetto, che deve avere almeno uno spessore di 40 mm, viene realizzato con cementi normali o rapidi. I tempi di asciugatura dei cementi normali variano dai 4 ai 7 mesi o più, a seconda dei prodotti e delle condizioni ambientali.
I tempi di asciugatura dei cementi rapidi invece sono compresi tra i 3 e i 7 giorni: in questo caso, la verifica dell’umidità deve essere sempre effettuata attraverso un igrometro a carburo. Al di là del tipo di sottofondo, è obbligatorio secondo la normativa applicare fogli di polietilene risvoltati lungo le pareti, in modo da creare un’efficace barriera al vapore. Se il parquet viene invece posato su pavimentazioni preesistenti, è importante verificare che siano in buone condizioni, perfettamente lavate e sgrassate, carteggiate nel caso di pavimenti in ceramica o di marmo, stuccate nel caso di un vecchio parquet. Per la moquette o il linoleum, dopo l’asportazione, si consiglia di eliminare qualsiasi residuo di collante mediante una leggera levigatura.
12. MASSETTI CON RISCALDAMENTO INCORPORATO: IN COSA CONSISTE IL CICLO DI PRERISCALDAMENTO?
Per stabilizzare e asciugare al meglio il massetto, dopo un’adeguata stagionatura, è fondamentale attuare il ciclo di preriscaldamento. Tale procedimento, oltre a portare ad essiccazione il massetto, ne verifica la tenuta strutturale al massimo delle sollecitazioni possibili, impedendo così che eventuali shock futuri possano danneggiare la superficie del pavimento in legno. Non ci sono controindicazioni per l’uso del parquet prefinito su sistemi di riscaldamento a pavimento, ma è sempre necessario tenere conto che il pavimento in legno è più soggetto a ritiri e deformazioni. Per effettuare la posa in modo corretto è essenziale seguire gli accorgimenti previsti per attuare il ciclo di preriscaldamento:
- Azionare l’impianto di riscaldamento a pavimento aumentando progressivamente la temperatura dell di 5°C ogni giorno fino a raggiungere la soglia di 35°C (detta temperatura di esercizio).
- Lasciare l’impianto funzionante alla temperatura di esercizio per almeno una settimana.
- Iniziare a diminuire gradatamente la temperatura di 5°C ogni giorno fino ad arrivare allo spegnimento del sistema di riscaldamento a pavimento.
- Completato il ciclo è possibile iniziare la posa del parquet tenendo spento il riscaldamento a pavimento e mantenendo una temperatura dell’ambiente compresa tra 18/20°C.
- Una volta terminata la posa del pavimento in legno sarà possibile accendere il sistema di riscaldamento a pavimento: ancora una volta aumentando progressivamente la temperatura di 5°C al giorno.
- Non superare mai il limite massimo di 30°C per il fluido riscaldante.
- Si ricorda che, una volta portato l’impianto a regime, la temperatura della superficie del pavimento non dovrà mai superare i 25°C.
13. QUAL È LA TIPOLOGIA DI POSA PIÙ’ ADATTA PER UN SISTEMA DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO?
La scelta più consigliabile in termini di tipologia di posa è la posa mediante incollaggio, in modo da non lasciare camere d’aria tra il massetto e i listoni di parquet (che provocherebbero una dispersione del calore). Nel caso in cui si volesse procedere con una posa flottante o galleggiante è opportuno scegliere una guaina o un materassino che siano adatti alla trasmissione del calore. È importante ricordare che il legno è un materiale isolante termico per natura: quindi come linea generale si consiglia di posare un parquet con uno spessore totale non superiore a 16 mm, per avere una trasmissione del calore efficace.
14. QUANDO È IL MOMENTO DI POSARE IL PARQUET?
È possibile procedere con la posa del parquet in qualsiasi momento, l’importante è che il sottofondo sia compatto e asciutto, con un tasso di umidità inferiore all’1,5%. Oltre a questo, tutti gli infissi devono essere montati e funzionanti, le opere murarie terminate, gli impianti elettrici e idraulici perfettamente attivi. La temperatura ambientale non deve essere inferiore ai 10 gradi e l’umidità relativa dell’aria compresa fra il 45 e il 60%. Anche la posa e la lucidatura di altri pavimenti confinanti, ceramici o in altro materiale, devono essere già avvenute, così come la finitura e la verniciatura dei soffitti, la preparazione delle pareti.
15. TIPOLOGIE DI POSA
Le tipologie di posa per i pavimenti in legno sono principalmente tre e si distinguono anche a seconda dell’utilizzo di un parquet tradizionale o di un parquet prefinito.
POSA FLOTTANTE O GALLEGGIANTE. La posa del parquet flottante (anche conosciuta come posa galleggiante) si utilizza per i pavimenti in legno prefiniti, in cui gli elementi del parquet sono forniti in elementi ad incastro e con dimensioni che in genere sono piuttosto rilevalenti.
Il parquet flottante consiste in un’unica superficie di legno semplicemente appoggiata al piano di posa: realizzato con elementi fissati stabilmente o con un sottile strato di colla vinilica applicato in corrispondenza degli incastri, o con altri meccanismi indicati dalle specifiche di posa.
Il piano risulterà costituito da tre strati: tra il pavimento e il parquet infatti vengono interposte una barriera contro il vapore e uno strato intermedio che può avere varie funzioni, prima fra tutte l’insonorizzazione. In caso di impianto di riscaldamento a pavimento, lo strato isolante deve essere a bassa resistenza termica, per consentire il giusto irraggiamento del calore.
POSA INCOLLATA. La posa incollata è una tecnica che si può adottare sia per i pavimenti in legno massiccio sia per il pavimento prefinito in legno. Sul piano di posa e con l’aiuto di una spatola speciale a denti triangolari viene steso un collante idoneo che, lavorato più volte con ampi movimenti a semicerchio, in modo da ottenere le cosiddette righe di adesivo, permette un buon contatto tra l’adesivo stesso e il supporto. È importante infatti che la colla venga stesa uniformemente: sia l’eccesso che la carenza di quest’ultima, infatti, possono compromettere la corretta posa del parquet o causare difetti applicativi. A differenza della posa galleggiante, i fianchi dei listelli non vengono incollati.
Nel caso del prefinito si raccomanda la scelta di tipologie di colla adatti per prevenire deformazione degli elementi o incompatibilità con gli elementi di legno che sono già verniciati e per questo motive non possono ovviamente essere oggetto di alcun intervento.
POSA INCHIODATA / MEDIANTE AVVITATURA. La tipologia di posa inchiodata (conosciuta anche come posa mediante avvitatura) viene normalmente impiegata per elementi multistrato o elementi massicci con incastro perimetrale (listoni) e spessore di 14-15-22 mm. Il fissaggio del parquet viene attuato con chiodi o viti infisse obliquamente a 45 gradi, in corrispondenza della parte superiore del maschio e fino a penetrare il supporto per almeno 20 mm. Proprio per questo è fondamentale scegliere il supporto più idoneo, per consentire un’eccellente operazione di fissaggio.
16. SCHEDA PRODOTTO
Tutti i prodotti commercializzati sul territorio nazionale e destinati all’utente finale devono riportare una scheda tecnica con indicate, in lingua italiana, informazioni chiaramente visibili e leggibili relative a:
- a) denominazione legale o merceologica del prodotto;
- b) nome o ragione sociale o marchio e sede del produttore o importatore stabilito nella Comunità Economica Europea;
- c) materiali impiegati per la struttura e per i rivestimenti;
- d) eventuale presenza di materiali o sostanze dannose per l’uomo, le cose o l’ambiente;
- e) manutenzione e pulizia del prodotto, eventuali precauzioni e destinazione d’uso ai fini di una corretta fruizione e sicurezza del prodotto;
- f) smaltimento del prodotto(facoltativo).
17. GARANZIA PRODOTTI BERTI: QUALITÀ E SICUREZZA
I pavimenti in legno a marchio Berti sono prodotti garantiti con le migliori materie prime seguendo standard produttivi che impiegano le più avanzate tecnologie insieme a persone formate da esperienza e know-how. Ogni parquet Berti viene sottoposto a ripetuti e approfonditi controlli di qualità per soddisfare gli elevati standard che contraddistinguono i pavimenti in legno Berti. Tutte le fasi realizzative sono eseguite con scrupolo e accuratezza per dare la garanzia di un prodotto che dura nel tempo. I prodotti Berti sono eco-compatibili: per chi sceglie Berti c’è la certezza di seguire i principi della salvaguardia ambientale: I valori di Berti sono frutto di un mix tra tecnologia, estetica e design, rispetto per l’ambiente, processi industriali e artigianali.
Tutti i prefiniti Berti Pavimenti Legno sono certificati CE (rif. norma EN 14342:2005 + AC:2008). Vengono rispettate le più rigide normative europee a tutela dell’ambiente e della salute. Piena rispondenza dei limiti per la classe E1 (rif. UNI EN 717-1:2004 – concentrazione di equilibrio di formaldeide non superiore al valore di 0.1 ppm). I parquet Berti possono infatti vantare una concentrazione di formaldeide di 0,01 ppm- ben al di sotto di quanto previsto per legge e ampiamente dentro ai margini previsti per la classe E1. Pieno rispetto dei limiti per la reazione al fuoco per tutti i parquet prefiniti per la classe CFL-S1 della norma EN 13501-1: 2007. Nelle lavorazioni complementari, verniciatura o oliatura UV e negli incollaggi non vi è alcuna emissione di solventi in atmosfera grazie all’utilizzo della vernice ad acqua.
Berti Pavimenti Legno decide di mettere in primo piano la tutela dell’ambiente, è per questo che utilizza multistrato in betulla come supporto, sfruttando non solo le incomparabili caratteristiche meccaniche ma anche la migliore efficienza in termini di rigenerazione delle foreste e sostenibilità ambientale. Nell’ultimo anno Berti ha adottato una serie di misure per la tutela di salute e della sicurezza dei lavoratori per migliorare le condizioni di lavoro e ridurre la possibilità di infortuni.
18. APPLICANDO DEL NASTRO ADESIVO SUL PARQUET PREFINITO VERNICIATO NEL CORSO DELL’INSTALLAZIONE POSSONO SORGERE DEI PROBLEMI?
Come indicato nella Scheda prodotto che accompagna tutti i prodotti a marchio Berti: “Durante la posa del pavimento non fare uso di nessun tipo di nastro adesivo direttamente sul pavimento per non danneggiare il trattamento di finitura.” Questo accade perché lo strato di adesione dei nastri adesivi, che può avere infinite composizioni, nella stragrande maggioranza dei casi contiene dei plastificanti con la funzione di deboli solventi che producono il tipico strato appiccicoso proprio di tali nastri. Succede di frequente che i componenti di tale strato adesivo siano responsabili di un indebolimento del film della vernice di finitura, dando luogo ad una parziale asportazione della stessa nel momento in cui si rimuove il nastro adesivo. Per questi motivi è bene evitare di applicare nastri adesivi sui pavimenti in legno.
19. IL FENOMENO DELL’OSSIDAZIONE
L’ossidazione è un fenomeno del tutto naturale provocato dall’esposizione del parquet alla luce e si verifica in modo più o meno evidente a seconda del tipo di legno scelto provocando variazioni più o meno accentuate alla colorazione del pavimento in legno. Il processo di ossidazione solitamente è più accentuato nei esotici (come Teak, Doussiè ed Iroko), e porta il legno a cambiare colore diventando tipicamente più scuro e rendendo più omogenee le sue venature. La velocità e l’intensità dell’ossidazione sono legate dall’intensità della luce a cui viene esposto il parquet e dalla finitura applicata (l’utilizzo di diversi tipi di vernici possono dare sia risalto al colore e all’ossidazione che limitarlo molto). Anche la durata del processo di ossidazione può proseguire per svariati anni sebbene più lentamente dopo i primi mesi. Una volta che si decida di spostare i mobili, infatti, il parquet rimasto in ombra riprende in breve tempo la stessa tonalità di quello esposto alla luce.
20. QUANTO TEMPO IMPIEGA UN PARQUET AD OSSIDARE
I tempi di ossidazione di un parquet dipendono dalla specie legnosa scelta. Il processo nei primi tempi è molto veloce, mentre negli anni seguenti si stabilizza. Tra le diverse specie legnose Doussiè, Iroko, Teak e Afrormosia hanno tempi di ossidazione più veloci. Di rilevante importanza, poi, nel processo di ossidazione, la maggiore o minore presenza di luce, direttamente proporzionale alla velocità di ossidazione. Per rendere più uniforme e caldo il colore del parquet si suggerisce comunque di farne ossidare bene tutta la superficie, prima di procedere al posizionamento dei tappeti.
21. LE CERTIFICAZIONI E LA MARCATURA CE
I prodotti Berti e Berti Studio sono contrassegnati dalla MARCATURA CE: si garantisce che i prodotti sono conformi ai requisiti essenziali previsti da Direttive in materia di sicurezza, sanità pubblica, e tutela del consumatore. La certificazione e la marcatura CE deve essere apposta da chi immette il prodotto sul mercato, sia esso il produttore ovvero chi fabbrica materialmente il prodotto, ma anche chi importa o lo rivende col proprio marchio e una propria denominazione commerciale. Anche quest’ultimo, ai fini giuridici, diventa produttore a tutti gli effetti ed è quindi responsabile in toto del marchio e del prodotto. Per poter marcare CE il parquet, il produttore deve verificare la conformità del prodotto, attenendosi a una serie di criteri e di caratteristiche prestazionali imposti dalle Normative Europee. Le caratteristiche prestazionali sono imposte dalle normative europee per il parquet e i pavimenti in legno sono:
- Reazione al fuoco
- Rilascio di formaldeide
- Emissione di pentaclorofenolo
- Resistenza a flessione
- Scivolosità
- Conduttività termica
- Durabilità nel tempo
22. CHE COS’È LA FORMALDEIDE?
La formaldeide è un inquinante definito ubiquitario, perché lo si trova praticamente ovunque: in città e lungo le strade a causa del traffico, nelle abitazioni e negli uffici a causa del fumo di sigaretta, nei mobili, visto che è presente nel truciolato, nel compensato e nelle colle, negli alimenti, nei prodotti cosmetici, negli imballaggi, nella colla usata per i libri e le riviste. L’11 dicembre 2008 è stato pubblicato il decreto legge con cui sono state emanate regole rigidissime riguardanti la fabbricazione, l’importazione e l’immissione in commercio di pannelli a base di legno e manufatti, sia semilavorati sia prodotti finiti, contenenti formaldeide. Compresi i pavimenti in legno. Secondo il decreto non possono essere introdotti nel mercato prodotti la cui concentrazione di equilibrio di formaldeide superi il valore di 0.1 ppm (0.124 mg/m3), che corrisponde al limite previsto per la classe E1.
Tutti i prodotti Berti rispettano la normativa prevista dalla legge per quanto riguarda i limiti consentiti per la concentrazione di equilibrio di formaldeide: anzi possono vantare una concentrazione di 0,01ppm, (pari a 0,01 parti per milione – ppm), ossia 100 microgrammi / metrocubo, ben al di sotto di quanto previsto per legge e ampiamente dentro ai margini previsti per la classe E1 (concentrazione di equilibrio di formaldeide non superiore al valore di 0.1 ppm).
Per saperne di più sull’argomento leggi anche: Approfondiamo l’argomento formaldeide
23. LA CONDUTTIVITÀ TERMICA
Per il parquet la resistenza alla conduttività termica non dovrebbe superare ca. 0,17 mqK/W. La conduttività termica per il parquet va considerata per le condizioni di posa ideali dato che il massetto deve idealmente rispondere alle migliori caratteristiche di compattezza e di conduttività termica. In particolare nel caso della posa flottante, dato che il calcolo della conducibilità e conduttività termica dell’elemento possono anche essere concause dell’eventuale generarsi di difformità quali distorsioni di formato, cretti, nonché scollaggi tra lo strato di legno nobile e supporto. Spesso l’isolamento termico di un edificio viene sottovalutato. Nella progettazione di uno stabile, la scelta dell’isolamento più adatto presuppone una conoscenza orientativa dei principi della fisica applicati all’edilizia.
Alcune nozioni di base. La capacità di accumulo del calore di un materiale da costruzione viene calcolata attraverso la sua capacità termica specifica c (J/kg*K): tanto è maggiore, tanto più il materiale è in grado di accumulare calore. La conduttività termica l (W/m*K) invece è la capacità di un materiale di condurre calore. Il coefficiente l indica la quantità di calore che fluisce attraverso 1 metro quadrato di materiale dello spessore di 1 metro, con una differenza di temperatura tra interno ed esterno di 1 K (grado Kelvin). I materiali isolanti sono caratterizzati da un coefficiente l minore di 0,1W/m*K.
24. GIUNTI PERIMETRALI E DI DILATAZIONE
È consigliabile non accostare mai il parquet a una superficie rigida che rischia di impedire il naturale movimento degli elementi in legno. Per questo è fondamentale creare un giunto di dilatazione lungo tutto il perimetro del locale, inserendo spessori nelle fasi di partenza e cunei in quelle di chiusura. Oppure impiegando appositi morsetti e cinghie. Questa operazione va effettuata soprattutto nel caso in cui gli elementi da posare siano di grandi dimensioni.
25. IL PARQUET NELLE PAVIMENTAZIONI SPORTIVE
Le pavimentazioni per impianti sportivi devono rispondere a degli standard qualitativi elevati e garantiti, con metodologie che operano su sottocostruzioni elastiche, in modo da essere adatte per qualsiasi struttura: palestre, palasport, impianti sportivi all’aperto, etc. Le pavimentazioni sportive possono essere realizzate in molteplici varianti ma se si vuole scegliere un parquet sportivo che risponda alle caratteristiche di professionalità, sicurezza, durata, facilità di ripristino, riutilizzo e con un basso impatto ambientale la scelta più adatta per rispondere alle esigenze di progettisti ed utilizzatori finali è rappresentata dal parquet prefinito. Il parquet prefinito, infatti, permette di raggiungere il miglior compromesso tra performance e sicurezza contribuendo a mantenere un ambiente interno sano e allo stesso tempo privo di elettricità statica. Per offrire una resa ottimale, la pavimentazione sportiva deve possedere determinate caratteristiche generali, qui sotto elencate:
- Stabilità
- Flessione e oscillazione uniformi
- Resistenza alla rottura
- Scivolosità controllata
- Sicurezza in caso di cadute
- Buon isolamento termico
- Resistenza allo sporco
- Facilità nella marcatura dei campi
- Indeformabilità
- Costi di gestione ridotti
26. DECKING O PARQUET PER ESTERNI
Il decking o parquet per esterno è perfetto per pavimentare terrazzi e giardini, bordi piscine, gazebi, passerelle per spiagge. Particolarmente resistente, può essere posato su pavimentazioni già esistenti e si dimostra particolarmente tenace anche a contatto con il suolo o con l’acqua. Non necessita di trattamenti particolari, anche se è caldamente consigliato oliare entrambe le facce prima della posa utilizzando speciali olii naturali: questo per prevenire l’alterazione del colore dovuta alla costante esposizione solare. Grazie alla lavorazione zigrinata dei listoncini, il decking non è sdrucciolevole, nemmeno quando è bagnato. Teak, Iroko, Frassino Termocotto, Ipè ed altre specie legnose (soprattutto sudamericane) sono frequentemente utilizzate per realizzare pavimenti in legno per l’esterno.
27. COME SI VALUTA VISIVAMENTE UN PAVIMENTO IN LEGNO
La valutazione visiva della pavimentazione si effettua, così come indicato nella UNI CEN/TS 15717, osservando il parquet secondo le seguenti modalità:
- mettendosi in posizione eretta;
- con l’ausilio di luce naturale diffusa posta alle spalle dell’osservatore.
Per individuare e valutare la presenza di difettosità sulla superficie della pavimentazione in legno non devono in nessun caso essere utilizzate fonti di luce artificiale indirizzate direttamente sulla pavimentazione.